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Dario Sogmaister, artistic stone mosaicist since 1995. Italy

Category

Interviews

Publication date

18/10/2017

Descrivi la tua professione, i tuoi prodotti finiti e le tue specializzazioni.Raccolgo le pietre ed i sassi che trovo nel mio fiume: Il Piave e nelle mie montagne: Le Dolomiti e con un martello ed una tenaglia le riduco in piccole tessere dalle varie forme seguendo la figura che desidero comporre. Le mie composizioni possono diventare degli inserti musivi da inserire nei muri sia come decoro che come immagine, possono diventare dei quadri, possono essere inseriti nelle nicchie o nelle lapidi anche all’esterno oppure diventare pale d’altare. La mia tecnica è molto personale anche perché non ho frequentato scuole e corsi di mosaico e sono autodidatta essendo arrivato all’arte musiva dopo altre esperienze artistiche.

Che materiali usi?Uso completamente pietre delle mie zone e dove non è possibile (come la tinta blu) uso dei marmi che sono comunque pietre. Le inserisco in una colla per piastrelle usando delle dime in legno che poi verranno tolte lasciando la sola pietra.

Descrivi il saper fare, le tecniche, gli strumenti e i materiali che usi nel tuo lavoro.Essendo autodidatta non uso gli utensili classici dei mosaicisti. Il mosaico lo eseguivano più di 2000 anni or sono e non si trovavano materiali ed utensili che usano le nostre generazioni. Io uso la pietra come nei primi mosaici però non faccio composizioni pavimentali ma decorative. Uso materiale semplice ed ho elaborato la tecnica del piastrellista applicandola al mio mosaico imparando dai miei errori e cercando sempre di migliorare cercando lo sbaglio nel lavoro appena terminato per non farlo la volta successiva e cercando sempre qualcosa di nuovo e diverso (le ultime prove sono la tridimensionalità usando più spessori) come gli inserti nel legno.

Qual è il profilo tipico della tua clientela?Sono di solito persone private a cui piace il mio tipo di lavorazione del mosaico in pietra anche perché unico e personale.

A che età e in quali circostanze hai iniziato questo lavoro?Ho iniziato circa sui quarant’anni dopo 1 esperienza con la carta colla nei carri allegorici ed altri lavori in ferro e scolpendo il legno.
La scintilla è avvenuta nell’ammirare un’insegna musiva in pietra ad Efeso di circa 2000 anni ed ancora perfettamente conservata.

Dove e per quanto tempo sei stato formato prima di essere pronto per iniziare la tua attività? In un istituto di formazione, con un artigiano o entrambi? Quale pensi sia il modo migliore per imparare il tuo lavoro oggi? Scuole, formazione con artigiani …?Sicuramente la scuola dà la cultura cosa che io ho dovuto studiare in seguito e la tecnica che si deve comunque raffinare con il lavoro.
Imparato questo se si vuole fare il salto di qualità bisogna sapersi creare una lavorazione propria, diversa da ciò che creano tutti, dove
lavora la fantasia personale

Che ruolo hanno “talento” e “creatività” nella tua professione?La ricerca nel diverso e possibilmente migliore è la spinta per continuare con molta soddisfazione e non fermarsi nella normalità.

E per quanto riguarda l’innovazione, quali sono i cambiamenti da quando hai iniziato? Utilizzi nuovi materiali, strumenti o processi nella produzione e nel marketing? Qual è l’impatto dell’innovazione sulla tua performance? Come potrebbe la tua professione essere ancora più innovativa?Essendo autodidatta nel tempo è cambiata molto la tecnica anche se uso sempre lo materiale però con forme più piccole, ho imparato a dare profondità ed espressione alle mie immagini, le ho inserite in vari materiali e cerco di dare la tridimensionalità con vari spessori.
Ho cambiato materiali per la pulizia ed evidenziatori per pietra più innovativi. Con il progressivo avanzare dell’informatica sono cambiati anche i sistemi pubblicitari ed il marketing.

Qual è il modo migliore per imparare la tua professione?Andando a scuola e frequentando artigiani che la praticano.

Qual è il tuo messaggio per le generazioni più giovani che vorrebbero scegliere la tua professione?Per prima cosa la scuola poi non fermarsi a ciò che è stato insegnato, ma far lavorare le proprie doti artistiche e creare qualcosa di personale.

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