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Architettura, artigianato e sviluppo sostenibile.

Categoria

Interviste

Data di pubblicazione

12/10/2022

Intervista di Nadia Everard, da cura di Chiara Perini / Mad’in Europe

Mad’In Europe ha avuto il piacere di incontrare Nadia Everard, giovane ragazza con due lauree magistrali in Architettura e in Art & Design , fondatrice e presidente de’ “La Table Ronde de l’Architecture”, la quale ha condiviso con noi la sua visione sulla relazione tra architettura, artigianato e sostenibilità.

La table ronde de larchitecture summer school 3

D: Nadia, puoi raccontarci del tuo lavoro e della tua professione come architetto?

R: In realtà, non considero me stessa come un architetto, ma più come una costruttrice. Ho studiato architettura a Bruxelles e a Londra, infine ho conseguito due lauree magistrali: una in Architettura ed un altra in Art & Design. Ora sto lavorando in collaborazione con molti architetti come consulente in tecniche di costruzione naturale e architettura d’interni. Sono specializzata in ornamenti, pitture e ceramiche, per questo spesso lavoro con artigiani professionali. Insieme esploriamo le tradizioni locali nell’uso del legno, della ceramica, della calce, ed altri materiali naturali, facendo in modo che altri professionisti li ricoprano attraverso i corsi di perfezionamento. Nei miei progetti di costruzione, mi piace prendermi cura di tutto, dall’inizio alla fine, inclusi i piccoli dettagli.

D: Come vedi oggi l’architettura?

A: Penso che oggi l’architettura abbia perso il suo valore, e lo vedo come un terribile problema. Nel mio paese molti edifici recenti non durano più di 20 anni! Per secoli abbiamo costruito per le generazioni future. Tuttavia, vedo una speranza, perché in alcuni paesi insegnano l’architettura in modo diverso, e questo è quello che facciamo nella nostra associazione, mostriamo l’architettura in una prospettiva diversa, tornando indietro verso la grande architettura nata per durare.

D: Parlaci della tua associazione.

R: Una delle missioni della nostra associazione è di difendere la “buona architettura”, quella che mira a durare nel tempo grazie al suo valore piuttosto che a generare profitto.

In questa prospettiva, noi organizziamo classi per giovani e per meno giovani che vogliono saperne di più sulla “buona architettura”.  Alcuni di loro vogliono fare architettura, altri scelgono le professioni artigianali. Alcuni preferiscono intraprendere un’attività commerciale o legale, ma condividono i nostri valori e vengono per interesse personale.

D: Qual è stato il tuo obiettivo nell’organizzare l’“Architecture Summer School”?

R: L’associazione esiste da più di due anni e il 2022 è stato in nostro terzo anno di corso estivo. Ha avuto luogo per cinque settimane e i partecipanti sono arrivati da ogni parte del mondo: Brasile, Romania, Svezia, Belgio, Francia, Bangladesh e altri. Questo incontro internazionale è stato molto ricco in quanto a scambi culturali, approcci estetici e tecniche di costruzione. Abbiamo potuto esplorare i principi di base e le tecniche della “buona architettura”, sapendo che saranno reinterpretati a seconda dei diversi contesti culturali. Alcuni corsi sono stati tenuti da professionisti altamente qualificati nei mestieri artigianali tradizionali, come Jean Marie Tong, falegname, Christophe Mahy, tagliapietre, e Peter Van Cronenburg, uno dei migliori fabbri del Belgio. È importante per noi coinvolgere professionisti con forti competenze e conoscenza dei materiali. Artigianato e “buona architettura” possono insieme cambiare il nostro approccio all’edilizia.

D: Qual è il feedback delle vostre attività?

R: Ogni anno abbiamo sempre più studenti. Vorremmo sviluppare un progetto con la città di Bruges per aprire una scuola di artigianato, urbanistica e architettura, e forse anche un’università. Il fatto che non ci sia una scuola di architettura nella zona è una grande opportunità.

D: Qual è il ruolo della sostenibilità nella vostra classe?

R: Come ho già detto, la “buona architettura” basata sull’artigianato tradizionale che promuoviamo incorpora molti valori sostenibili.  Edifici di lunga durata, materiali naturali, fonti locali, professionisti dell’artigianato locale, tecniche sostenibili, meno rifiuti e trasporti, risparmio energetico… L’importanza di tutto questo si basa sul “buon senso”.  Questo approccio dovrebbe essere insegnato nelle scuole primarie e anche dai genitori. In alcuni Paesi, come il Regno Unito, l’artigianato è molto più sviluppato e valorizzato grazie alla scuola e all’istruzione. Dovremmo imparare da loro.

D: Hai ottenuto sovvenzioni per una casa ristrutturata in modo sostenibile. Può fare qualche esempio di tecniche e materiali eco-compatibili che ha utilizzato in questo progetto?

R: Certo, per esempio, in questo progetto non è stato usato cemento Portland e il metallo è stato utilizzato solo per la decorazione, non per la costruzione. L’edificio prima era un fienile, quindi abbiamo mantenuto i vecchi muri in pietra. Per l’isolamento abbiamo usato canapa mescolata con calce, sabbia , acqua e anche alcuni mattoni saccheggiati. Con questi materiali, l’edificio mantiene la sua capacità di respirare, ed è quindi meno minacciato dall’umidità rispetto agli edifici in cemento.  Lo stesso vale per il pavimento, fatto di argilla e calce, e per le superfici che sono ricoperte di argilla. La capriata è stata stata restaurata per quanto possibile con legno vecchio riutilizzato. Infine, l’isolamento del tetto è realizzato solo con fibre di legno e senza materiali derivati dal petrolio. Le persone e gli artigiani che hanno lavorato con noi vengono da un perimetro massimo si 40 chilometri.

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Q: Mad’in Europe è un membro del New European Bauhaus, cosa pensi dell’impegno di Mad’in Europe nel promuovere l’artigianato edile tradizionale come professione “sostenibile”?

R: Penso che sia fantastico che Mad’in Europe sia coinvolto nella sostenibilità, e che raccolga tutto l’artigianato in un portale europeo. Spero che continui a crescere. Penso che uno dei principali problemi per i professionisti dell’artigianato sia quello di fare networking e di essere in contatto con altri professionisti. Loro hanno molta passione per quello che fanno, ma non sempre essa è ricompensata dai ricavi, credo che dovrebbero trovare in Mad’in Europe più opportunità di lavoro. Inoltre, questo strumento digitale può incoraggiarli a rivolgersi alle giovani generazioni per insegnare e trasferire loro le proprie competenze e il proprio know-how. Gli strumenti digitali possono mettere in contatto gli artigiani esperti con le nuove generazioni, con il massimo beneficio per l’intera società.

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