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BRILLA! MA … SARÀ ORO ?

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Data di pubblicazione

27/01/2020

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TUTTO CIÒ CHE DOVETE SAPERE SULLA PROFESSIONE DEL DORATORE, LE PRINCIPALI TECNICHE DI DORATURA, COME RICONOSCERE LA FOGLIA D’ORO, COME PRENDERSI CURA E PRESERVARE I VOSTRI PEZZI DORATI, COME VIENE PRODOTTA LA FOGLIA D’ORO, STORIA  DELLA DORATURA…

Di Steffy Chapul, Abian Curbelo, con la preziosa collaborazione di Donatienne Lurquin.

Storia di una tecnica molto antica ma sempre attuale.

L’inizio del mestiere della doratura risale al 2300 a.C., quando gli orafi egiziani battevano l’oro per realizzare lastre sottili o “carta d’oro”. I sarcofagi dei faraoni, i mobili preziosi e gli oggetti di culto ne venivano accuratamente coperti. Essendo un metallo inossidabile e protettivo, l’oro veniva considerato come simbolo di immortalità e divinità.

Poco dopo, i Fenici e i Bizantini iniziarono a valorizzare ed enfatizzare la bellezza delle loro sculture o icone dorandole o illuminando i loro mosaici con tessere dorate. Durante i secoli seguenti (Grecia, Roma, Medioevo), la doratura si diffuse in tutto il mondo, diventando una pratica comune, applicata secondo tecniche diverse.
La doratura alla foglia è stata la prima pratica di doratura di una serie.

La doratura a fuoco o amalgama, o doratura al mercurio.
Mentre la tecnica della battitura veniva costantemente migliorata per ottenere foglie d’oro sempre più sottili, a partire dal III secolo a.C. in Cina, Italia e Grecia apparve una seconda tecnica di doratura chiamata doratura al mercurio o doratura a fuoco appositamente realizzata su una struttura metallica o su vetro (specchi). Questa nuova tecnica implicava che il cloruro d’oro fosse miscelato con mercurio liquido per ottenere un amalgama. La miscela veniva successivamente applicata su una superficie di metallo riscaldato a 400 ° C  in modo da rimuovere il mercurio per evaporazione e fissare l’oro (o l’argento). Dopo sua reintroduzione in Europa durante il Rinascimento, la doratura al mercurio venne comunemente usata per dorare argento e bronzo, nonché per la produzione di specchi. Tuttavia, essendo estremamente nociva per gli artigiani, venne progressivamente abbandonata nel corso del XIX secolo fino ad essere definitivamente vietata. Il progresso tecnologico l’ha sostituita con la doratura galvanica (per galvanizzazione) oper elettrolisi.

Battitura d’oro: la fabbricazione della foglia d’oro

L’oro è il metallo più malleabile ed estensibile. Un grammo d’oro potrebbe essere allungato per 3 chilometri. Tuttavia, al fine di migliorare le proprietà di lavoro durante la battitura e ottenere foglie molto sottili, una piccola quantità di argento e rame viene spesso miscelata con l’oro per ottenere una lega con il 96% di oro (o 23,75 carati) o un po’ ‘ meno (23, 22, 21… carati) a seconda delle tonalità di oro ricercate.

All’inizio, la “lamina d’oro” era più spessa, e veniva talvolta persino fissata con dei chiodi. Nel corso dei secoli, grazie al miglioramento della purificazione dell’oro e alle tecniche di battitura, le lamine sono diventate sempre più sottili fino a diventare “foglie d’oro” quasi trasparenti. Oggi, una foglia d’oro ha uno spessore da 0,2 a 0,4 micron.

La tecnica di produzione della foglia d’oro non è molto cambiata dalla sua creazione. I diversi metalli vengono inseriti in un crogiolo di sabbia e sciolti in una fornace a circa 1200 gradi. L’oro fuso viene quindi versato in uno stampo di ferro e forma un lingotto di circa 1,30 cm di spessore, 2,50 cm di larghezza e 30 cm di lunghezza una volta freddo.

Il lingotto verrà trasformato in un nastro grazie a diversi passaggi attraverso un laminatoio che trasforma il lingotto in un nastro più lungo e sottile senza modificarne la larghezza di 2,50 cm. Il nastro verrà tagliato in diversi quadrati (scacchi) di 2,50 cm che verranno posizionati tra pergamene (fogli di separazione in pelle di vitello). Un quadrato di 2,50 cm sarà martellato con un martello leggermente convesso fino a diventare un quadrato di circa 14 cm. Il nuovo quadrato ottenuto verrà tagliato in 4 quadrati uguali e dove ciascuno sarà battuto fino a raggiungere circa 13 cm.

Lo stesso processo verrà ripetuto fino a quando il battitore non avrà un nuovo quadrato di circa 15 cm di diametro. A questo punto dal quadrato di 2,50 cm sono nati circa sedici foglie da 0,001 a 0,002 mm di spessore i cui bordi vengono tagliati manualmente dalle “ramondine” con dei coltelli paralleli prima di essere inseriti in libretti di carta velina e messi in vendita. Al giorno d’oggi, 1000 foglie d’oro pesano tra 12 e 20 grammi.
Per variare i colori e gli effetti decorativi, la foglia d’oro può avere diverse carature : 24 e 18 , 14 e 6 carati (oro bianco). Per la doratura e il restauro si utilizzano più spesso foglie di 23 carati.

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Le foglie d’oro sono vendute in libretti di venticinque unità. La dimensione più comune in Europa è di 8 cm x 8 cm. Ci sono attrezzi speciali destinati a maneggiare le foglie d’oro evitando l’uso delle mani

Mentre storicamente la foglia d’oro veniva prodotta localmente nei paesi europei, oggigiorno un’offerta crescente dall’Asia sta minacciando la produzione europea con costi più bassi e spesso una qualità inferiore (foglia d’oro usata come offerta per Buddha e templi). Esistono ancora alcuni battiloro soprattutto in Italia e Germania, i quali, dovendo affrontare tempi difficili cercano nuovi modelli di business per competere con un’offerta a basso costo mantenendo standard di qualità europei. (Vedi Intervento di Elena Oriani, Brambilla Battiloro, in fondo pagina).

“The Art of Gold Beating (1959)” a video di British Pathé:

L’uso della foglia d’oro oggi

I doratori di solito lavorano a stretto contatto con altri professionisti come intagliatori di legno, ebanisti, fabbricanti di cornici, restauratori di pitture o cornici, tappezzieri, bronzisti, ramai, artigiani del vetro, ma anche con architetti e designer che hanno bisogno di arricchire le loro creazioni. I doratori lavorano su vari tipi di supporto come metalli, legno, pelle, vetro, gesso, pietra, carta, ceramica o persino dipinti.

Gli artigiani non utilizzano la doratura quanto in passato. Tuttavia, nel design contemporaneo, alcuni artisti fanno ancora uso della foglia d’oro per creare pezzi unici per clienti molto esclusivi, come Flavia Tummolo sui suoi pannelli decorativi.

La maggior parte delle foglie d’oro è destinata al restauro di mobili antichi, cornici e oggetti, ma anche a decori architettonici interni ed esterni. I professionisti del restauro conservativo che lavorano per clienti privati, collezionisti, antiquari, decoratori, per musei, chiese e monumenti storici, devono avere conoscenze e formazioni specifiche. In effetti, non ci si improvvisa doratore, ancor meno restauratore, perché il restauro di tali pezzi richiede un approccio accurato e scientifico, nonché una solida conoscenza della storia dell’arte.

Tecniche di doratura

Esistono due tecniche principali per la doratura professionale alla foglia d’oro. Ognuna ha variazioni tecniche e storiche, ma questo va oltre lo scopo di questo articolo. Le differenze tra loro risiedono essenzialmente nel processo e nei materiali utilizzati per preparare la superficie prima dell’applicazione della foglia d’oro.

Gold gold leaf gilding craft

Doratura a guazzo

Su base acquosa, la doratura a guazzo è possibile solo per oggetti realizzati con materiali porosi e per uso interno. Utilizzata per la doratura su legno o su altre superfici porose, la doratura a guazzo richiede solide conoscenze tecniche e molta esperienza. Consiste nell’applicare le foglie d’oro dopo numerosi strati e operazioni preliminari, di cui alcune a caldo, che richiedono tempi di asciugatura tra ciascuna.

  1. Ammannitura. Come prima tappa, il doratore deve preparare una superficie perfettamente liscia e regolare, (chiamata “levkas” per le icone) applicando tra 6 e 12 mani di fondo ottenuto con gesso di Bologna e colla di coniglio.
  2. Il fondo deve essere ri-scolpito con un apposito strumento per ricreare lo sfondo e i dettagli della decorazione “impastati” dai vari strati e quindi perfettamente levigato in modo da eliminare qualsiasi imperfezione.
  3. IL BOLO – Il fondo viene pennellato con uno o più strati di “Bolo”, una miscela, prodotta a caldo, di colla di coniglio e “bolo armeno”, un’argilla che contiene ossido di ferro, di colore rosso (bolo rosso), terra di Siena naturale (bolo giallo) e nero (bolo nero). Per applicare il bolo si usa il bombasino in pelo di vajo o un pennello di martora. La superficie verrà quindi lucidata (brunita) con una spazzola molto dura o con pietra d’agata, al fine di ottenere un effetto molto liscio. La preparazione del bolo è fondamentale per l’applicazione delle foglie d’oro e per la brunitura finale. L’obiettivo è quello di ottenere un effetto lucido e levigato, simile all’oro massiccio, che sarà esaltato dai riflessi rossi apportati dalla trasparenza dell’oro.
  4. Applicazione della foglia oro. Questa fase è ovviamente la più delicata poiché qualsiasi polvere, goccia d’acqua, spiffero o elemento esterno potrebbe comprometterla. A causa della loro sottigliezza, le foglie d’oro possono essere toccate solo l’apposito coltello. Le foglie vengono fatte scivolare dal libretto al cuscinetto e se necessario tagliate in pezzi più piccoli. Vengono quindi delicatamente posizionate con la “Pennellessa da doratore” sul bolo precedentemente inumidito con il pennello di martora. Eventuali bolle d’aria verranno rimossi delicatamente con un pennello.
  5. Brunitura. La superficie è lucidata con la pietra d’agata, seguendo movimenti circolari fino all’ottenimento di alcune aree a specchio brillante, in contrasto con quelle più opache. L’eccesso d’oro deve essere rimosso delicatamente.
  6. Una volta che la superficie è dorata e lucidata localmente, sono possibili alcune finiture: opacizzazione delle cavità con colla, usura, patina, invecchiamento, protezione con gommalacca o colla per pesce, ecc.

Doratura a missione.

Sebbene possa essere utilizzata in alternativa alla doratura a guazzo anche su oggetti porosi, la doratura a missione è l’unica possibile su oggetti non porosi come gesso, metallo, vetro, ecc.  e per tutti gli usi esterni. La missione ad olio è un mordente molto viscoso ottenuto scaldando olio di lino a 150 ° C, al quale vengono aggiunte resine e sali che ne accelerano l’essiccazione..

Quando la miscela, applicata finemente sul supporto con un pennello di martora, è quasi asciutta, dopo almeno 3ore, si può applicare la foglia d’oro

Questa tecnica è più veloce e più semplice della doratura a guazzo, ma le superfici non possono essere brunite e l’effetto sarà più cupo, opaco e senza sfumature. Se non applicato da professionisti esperti, il risultato finale potrebbe apparire più simile a una superficie verniciata che dorata alla foglia. Fondamentale, per un risultato qualitativo e duraturo, la preparazione della superficie con debiti sigillanti, isolanti, decapanti, levigatura, protezione anticorrosione, vernici lucide, coloranti, ecc.

Feuille d'or sur verre
Doratura su vetro. Foto di Aurore Davezac Lahoud

Più recentemente, sono stati elaborati sostituti sintetici alla missione tradizionale, a base d’acqua o resine viniliche o acriliche. Questi prodotti sono poco reversibili, meno solidi e possono essere utilizzati solo per applicazioni interne e decorative. Devono essere evitati nel restauro di oggetti d’antiquariato e opere d’arte.

Tutto ciò che brilla (o sembra oro) non è oro!

Se la doratura ad acqua fu la tecnica più utilizzata fino alla fine del 18 ° secolo, questo cambiò in seguito. A seconda delle epoche, delle le tendenze, del tipo di oggetto e della sua destinazione, del budget … i successivi interventi di proprietari o restauratori, hanno visto emergere molti altri materiali e tecniche su legno dorato, a volte utilizzate insieme: foglie d’argento ricoperte di vernice gialla, foglie di ottone …, poste con miscela a guazzo o di missione dell’olio. Troviamo anche dorature realizzate a caldo, vernici dorate, “bronzine” (vernice o cera mescolata con polvere di ottone) e più recentemente polveri di mica.

Queste scelte, d’origine o dovute a successivi interventi, hanno ovviamente conseguenze sulla qualità estetica dell’oggetto (soprattutto nel tempo, perché le false dorature invecchiano molto male), ma anche sul suo valore patrimoniale e di mercato, sulla durata di vita, la conservazione e su ulteriori restauri.


Altre tecniche di doratura

Adjoubel

A cottura / fusione, utilizzata per ceramica e vetro: all’oggetto vengono applicati foglia d’oro o sali d’oro, il tutto viene quindi messo in forno a fuoco basso per fissarlo mediante fusione. . Vedere le realizzazioni di Léa Schroder et Danielle Adjoubel. (Foto: vaso con doratura in due strati d’oro 24 carati. – Danielle Adjoubel )

Bokaal van zwischengoldglas met een kruitvat met wapentrofee en een bloemenmand 1720

La tecnica dello “Zwischen Goldglas” (oro fra i vetri) comunemente usata sul vetro e adottata tra il XVII e il XIX secolo in Boemia, consiste nel fissare una decorazione con foglia d’oro tra due superfici di vetro. Dopo un eventuale incisione dell’oro, i due strati di vetro vengono fusi l’uno all’altro, imprigionando la decorazione. (Jug with lid of Zwischengold glass, with a powder keg with weapon trophy and a flower basket, anonymous, Bohemia, 1720 – 1740


DANIEL Lopez-Obrero – Doratore su pelle con la “Tecnica Cordovan”.

Daniel Lopez-Obrero rappresenta la terza generazione di un’azienda familiare il cui obiettivo principale è quello di preservare la cosiddetta tecnica Cordovan (pelle di Cordova e pelle goffrata) che è stata avviata nel X secolo durante l’era ispano-musulmana e che è continuata durante il Rinascimento e il Barocco. L’arte di Cordovan continuò fino al 18 ° secolo e gradualmente scomparve. Oggi solo pochi artigiani continuano ad applicarla.
Conosciuta anche come guadamacile (da Ghadames, la città libica dove fu usata per la prima volta), questa tecnica mescola la doratura con foglia d’oro o d’argento su superfici in pelle molto fine, con ulteriore goffratura della pelle e una finitura finale a vernice.

La doratura su pelle viene utilizzata anche nell’ambito della RILEGATURA e dell’ASTUCCERIA per i rivestimenti in pelle di libri, scrivanie e mobili, per astucci, guaine, ecc. Il loro lavoro spesso termina con l’applicazione di motivi, ornamenti, fili o testi in oro.  In questi casi la foglia d’oro viene incastonata nella pelle con l’uso di ferri e ruote in bronzo riscaldate con il fuoco.

Alcuni rilegatori di libri e doratori padroneggiano la tecnica della TAGLIO D’ORO. Il taglio del libro viene dorato secondo una variante della doratura a guazzo, con uno spessore molto sottile e usando una pressa.

Attenzione alla doratura !

Il restauro e la conservazione della doratura richiedono studi approfonditi che permettano di analizzare le cause dei danni subiti dai pezzi: i fattori ambientali, biologici, fisici o persino umani. La causa più comune del degrado è l’umidità, che alterando la colla di coniglio, colpisce sia gli strati di preparazione che bolo. Questi strati possono perdere la loro adesività, decomporsi e deteriorare la superficie dorata.

Si possono eseguire due tipi di azione su un oggetto: interventi di conservazione e interventi di restauro. È sempre preferibile effettuare una conservazione preventiva che ritardi o impedisca un intervento diretto sull’oggetto. In ogni caso, il restauro della doratura richiede un lavoro interdisciplinare e una grande conoscenza delle tecniche e deve essere il meno aggressivo possibile.

Oltre ai suddetti fattori, la qualità dell’oro deve corrispondere a quella utilizzata originariamente. I “capolavori” del restauro a base di “bronzina” (polvere di bronzo e altri metalli), sono uno dei migliori esempi di errori quasi irreversibili. Questi metalli invecchiano rapidamente e diventano verdi a causa dell’ossidazione del rame.

Come prendersi cura e preservare il legno dorato (cornici, specchi, sedute, console, statue, icone, pendoli, pannelli, stucchi, ecc.). L’oro è eterno, inalterabile, inossidabile, ma quando è applicato in foglie …:

  • Il suo spessore ridotto (0,2µ) lo rende particolarmente fragile
  • Le sue tecniche di posa, con acqua o olio, richiedono precauzioni specifiche..
  • La sua longevità dipenderà anche dal comportamento degli strati sottostanti (finiture in gesso, decorazioni in stucco, bolo, ecc.) e quindi ovviamente dal supporto stesso (condizioni sanitarie del legno, solidità del telaio, ecc.).
  • Pertanto, le condizioni atmosferiche (umidità e T °), la sospensione e la manipolazione sono essenziali a lungo termine.
  • Salvo con una custodia sigillata, non si eviteranno polvere o depositi di grasso (impatto microbico).

Ecco cosa fare, e soprattutto NON fare, per garantire la bellezza e la longevità dei vostri oggetti dorati alla foglia  :


Danielle Adjoubel – doratura su porcellana

Preferisco usare oro opaco in forma liquida, di tipo viscoso e nero, puro al 24% e al 32%. A volte prendo l’oro brillante al 12%, dipende dal risultato che voglio ottenere. Lo applico sempre su una superficie smaltata, con pennelli specifici molto puliti.

Non è possibile alcun ritocco, eventuali tracce lasciate dopo la cottura a volte possono essere rimosse con prodotti corrosivi ma con il rischio di velare lo smalto o addirittura di dover buttare l’intero pezzo!

Qualunque sia la percentuale di oro utilizzata, è necessario mescolare a lungo e accuratamente con un bastoncino di vetro, a temperatura ambiente e procedere all’applicazione nel seguente ordine: 1 strato di oro lucido o opaco + cottura + 1 strato opaco oro + cottura e lucidatura

A seconda del prezzo del pezzo e / o della finezza dell’opera, cambio le percentuali di oro. È anche possibile l’applicazione di foglie d’oro; tuttavia, questa tende a “volare via” durante la cottura con un effetto imprevedibile e incontrollabile.


Battiloro 1

BATTILORO BAMBILLA : UN NUOVO MODELLO DI BUSINESS PER PRESERVARE IL SAPER FARE ITALIANO

Elena BRAMBILLA – Directrice de Battiloro Brambilla:

” Brambilla Battiloro è da sempre un’azienda a carattere familiare.
La nostra visione è quella di un mondo che non ha frontiere e pertanto dobbiamo aprire le opportunità che questo ci dà.  Quando 20 anni fa il prodotto cinese è arrivato sul mercato europeo e non solo, la nostra scelta è stata quella di aprire una azienda in un paese in via di sviluppo (Senegal) da affiancare alla produzione italiana.   Non è stata una passeggiata, certo, ma oggi possiamo vendere ancora un prodotto che deriva da una lavorazione e tecnica strettamente europea.
Non tralasciamo, fatto molto importante, che tutte le materie prime da noi utilizzate vengono acquistate in Europa. E nel caso di oro e argento, platino e palladio questo ci dà la garanzia di avere una purezza del 100% del metallo grazie ai sofisticati metodi di affinazione dei banchi metalli europei.   
Siamo nel 2020 ed è innegabile l’aiuto che il mondo web ci offre….ma volete mettere il suono di una voce…la possibilità di porre la domanda magari a seguito di una problematica nella doratura….o dell’utilizzo di un prodotto invece di un altro…ed una persona che insieme a te cerca di trovare una soluzione?
In genere si consigliano i prodotti dopo un colloquio preliminare con il cliente. Trattiamo un prodotto che va ad abbellire dei patrimoni dell’arte e bisogna stare molto attenti a come si agisce. Da parte nostra, ogni qualvolta il cliente ne faccia richiesta, viene rilasciato un certificato del prodotto venduto quale prova dell’autenticità delle foglie.  


Il vero maestro è l’artista, noi siamo la componente che può fare la differenza.


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