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Giotto Scaramelli – Italia -
Catherine Romand – France -
Kerwood – UK -
Kerwood – UK -
Toilette Marseillaise et panier en osier -
Ecole de Fayl Billot – France -
Claude Cultot -
SALIX VIMINALIS
Sotto il sole estivo prendiamo un po’ d’aria e riscopriamo il lavoro dei cestai e degli intrecciatori di rattan. Questi antichi mestieri, generalmente associati alla coltivazione del salice da vimini (Salix Viminalis) e alla fabbricazione di mobili, sopravvivono in Europa, nonostante le difficoltà di trovare formazioni adeguate. Per conoscerli meglio abbiamo intervistato alcuni artigiani europei: Claude Cultot e Catherine Romand in Francia, Giotto Scaramelli, in Italia, Richard Kerwood nel Regno Unito, così come la direttrice di una delle ultime scuole di intreccio d’Europa.
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Culle, cesti, cestini, recinzioni vegetali, scatole, vasi, fioriere, sedie, tavoli … ma da dove provengono tutti questi oggetti intrecciati che ci circondano? Molti dall’Asia a molto, ma anche dall’Europa.
Sono rimasti in pochi in Europa a coltivare e a intrecciare fibre naturali per passione … o per professione. “Da 40.000 cestai professionali nei primi anni del novecento siamo rimasti un centinaio oggi in Francia” (C.Romand)
“Il mio debutto nell’intreccio del rattan è stato un puro caso. All’età di 16 anni, ho deciso di seguire una formazione in falegnameria. Per celebrare l’Anno della Donna, la Scuola di Fayl Billot, specializzata nella coltivazione del salice e nella lavorazione di vimini e rattan, mi ha proposto di essere la prima donna a frequentare i corsi di fabbricazione di mobili in rattan. Era la prima volta per loro …. Fino ad allora, le donne erano impiegate come “piccole mani” per il riempimento e la legatura. Ho quindi scoperto il rattan e ho continuato a lavorarlo per 30 anni! Questo forse anche perché ci sono punti in comune con la falegnameria ad esempio gli attrezzi … la torcia per saldature (il rattan si curva a caldo), la sega circolare, la sega a nastro … “. E la testimonianza di Catherine Romand prima donna in Francia a lavorare il rattan per professione, moglie di Christophe Romand, coltivatore di salice da vimini e cestaio premiato come “Meilleur Ouvrier de France” (Onorificenza attribuita a Maestri Artigiani di alto livello) .
Richard Kerwood in Inghilterra, ha trovato la sua vocazione all’età di 35 anni in modo piuttosto poetico, ascoltando alla radio “L’uomo che piantava gli alberi“ di Jean Giono. Con la moglie si resero conto che la coltivazione del salice da vimini era rara benché abbastanza facile e redditizia. Cosi cominciarono a piantare salici. Presto iniziarono anche la propria produzione di cesti e siepi vegetali grazie anche ai corsi per adulti di “Basket Making”, che frequentarono una volta alla settimana per sette anni.
Il lavoro del vimini e del rattan ha il vantaggio di richiedere relativamente pochi strumenti: una torcia, sega una circolari, una sega a nastro, una roncola, un truschino e altri ferri… o semplicemente come per Giotto Scaramelli, un coltello, un punzone e naturalmente delle forbici!
Le fibre naturali..
Per intrecciare cesti si possono utilizzare diversi materiali, il bambù, il castagno, la paglia, il giunco ma è senza dubbio il vimini il materiale utilizzato per eccellenza. Molti cestai sono anche coltivatori di salice da vimini (Salix Viminalis), come i Kerwood che tagliano fino a 250.000 rami all’anno a mano (sono consentite le forbici). I giovani rami del salice sono molto flessibili. Il taglio viene effettuato annualmente tra dicembre e marzo. La loro sezione è leggermente conica e formata da una singola fibra. Alcuni steli vengono essiccati in mucchio, altri ancora verdi, vengono ordinati per dimensione e collocati in vasche d’acqua. Il vimini puo essere utilizzato tale quale, verde, vivo, seccato, bianco, … a seconda dei bisogni. L’intreccio con rami vivi permette di creare siepi che continuano a crescere dopo la piantagione. Si possono trovare questi diversi tipi di vimini presso i coltivatori europei.
Il rattan proviene da una palma molto diffusa in Indonesia, Malesia e Filippine. Il suo nome e la varietà prendono anche il nome dell’isola di origine. La canna è composta da un gruppo di fibre che formano un cilindro pieno e di diametro regolare, a differenza del bambù che ha una forma cilindrica, cava. In natura le canne possono raggiungere fino a 200 metri di lunghezza! Il rattan offre il vantaggio di un guscio impermeabile che permette la fabbricazione di mobili, come quelli per le terrazze dei caffè (quando la plastica non ha preso il suo posto!) Per questo il lavoro del rattan è generalmente associato all’ebanisteria.
“Tradizionalmente, il rattan è raccolto lungo i fiumi, vi è poca o nessuna coltivazione di queste fibre. Tuttavia, esso presenta il vantaggio di crescere molto rapidamente. Vengono tagliate canne da 3 a 5 metri di lunghezza le quali, anche quando asciugate manterranno una certa flessibilità. Infatti, le micro fibre che si trovano all’interno della canna ne conservano l’umidità. Basterà riscaldare la canna per generare vapore e darle la forma desiderata prima di raffreddarla di nuovo. Questa flessibilità consente di ottenere forme complesse. “(Claude Cultot).
“Il lavoro del rattan è più tecnico di quello del vimini. Tutto sta nella finitura dei mobili che deve rimanere invisibile. Le norme sono più rigide che nel vimini dove invece c’è più libertà, poiché partendo da una forma iniziale, per esempio ovale, il vimini permette di sbizzarrirsi con trame piene, a giorno, diversi colori e sezioni di fibre “. (C.Romand)
Giotto Scaramelli, in Italia, varia i piaceri e utilizza vimini, giunco ma anche rami di ulivo. Egli osserva che vimini e giunco sono facili da manipolare perché molto flessibili, mentre l’ulivo che egli apprezza particolarmente per il suo colore argentato, è difficile e deve essere utilizzato da mani esperte. I rami di ulivo e di salice provengono dalla sua regione, ma anche dalla Spagna, che ne è un grande produttore.
Sempre in Italia Dino Davanzo va oltre, e utilizza le erbe palustri combinandole con il legno per realizzare oggetti e accessori da caccia come ad esempio magnifici animali acquatici.
Un mestiere in via di estinzione? Non ancora !
Nonostante la diminuzione degli artigiani nel corso del secolo scorso e la minaccia della concorrenza, gli artigiani intervistati conservano un certo ottimismo. Claude Cultot, che lavora un po’ su tutti i tipi di mobili, ha constatato un rinnovato interesse per i prodotti in fibre naturali, e realizzati a mano e su misura. Catherine Romand e suo marito vivono della loro passione da 30 anni. Questo è senza dubbio frutto di una costante creatività e ricerca estetica. Il loro motto: essere attenti ai clienti e opporsi alla guerra dei prezzi quando questa compromette la qualità.
“Molti ormai realizzano fondi in compensato per risparmiare. Io sono tornata indietro e ho privilegiato la ricerca estetica e il lavoro raffinato. E funziona! Lavoro molto con designers e architetti e restauro pezzi d’epoca. Al momento mi è stata affidata una serie molto rara di 4 sedie Tit-Mellil disegnata da Mathieu Matégot nel 1953 e in vendita presso la casa d’aste Tajan “” Sono in pessime condizioni, dovro’ smontare e rimontare tutto. Questo restauro costerà circa 500 € a sedia, ma il prezzo di partenza era … 14.000 € per le 4 sedie”(C.Romand)
Claude Cultot sostiene che la crisi ha incrementato la domanda per il restauro di mobili e di oggetti d’epoca. Spesso questo li porta a viaggiare oltre confine “Vado regolarmente in Belgio per riparare i giganti di Ath. La Ducasse d’Ath è una festa popolare di tradizione medioevale, durante la quale sfilano dei giganti in legno attraverso la città. La struttura nascosta di questi giganti è in vimini, rattan e legno e richiede una regolare manutenzione… ” “Abbiamo fornito il salice anche al Technology Center di Cranbourne nel Dorset con il quale vengono riprodotte capanne del Neolitico.. . Inoltre, siamo molto incuriositi dal lavoro in vimini in Scandinavia, e spero di poterci andare presto. “
I Kerwood testimoniano che dopo un periodo di crisi, negli ultimi sei mesi l’attività sembra aver ripreso il suo corso.
Trasmissione e valorizzazione dei mestieri dell’intreccio
Se le scuole di intreccio sono rimaste in poche, per fortuna sono in molti gli artigiani che, come Giotto Scaramelli Claude Cultot e i Kerwood che formano le nuove generazioni al loro mestiere assicurandone la perennità Tra i loro allievi ci sono più spesso donne, ma anche bambini e giovani.che amano la natura, la tradizione e il lavoro manuale. Per Giotto Scaramelli che ha seguito questa via per tradizione familiare, la principale fonte di reddito è proprio l’insegnamento. Con un cenno al passato, egli racconta che tradizionalmente le famiglie intrecciavano i cesti in inverno, durante i giorni di pioggia o neve, quando il lavoro nei campi era impossibile. Da allora, nonostante la scomparsa del mondo contadino, diverse migliaia di apprendisti cestai da lui formati, provano che il mestiere è valorizzato e attira ancora le nuove generazioni.
Alcuni consigli per la manutenzione dei vostri oggetti in fibre naturali…
In generale sarebbe meglio non lasciare mobili e oggetti in rattan e vimini all’esterno. Questi richiedono molta manutenzione, ma è importante evitare vernici o lacche. Le fibre devono poter respirare, altrimenti diventeranno fragile come vetro. In realtà, una semplice spazzolata con acqua e sapone è sufficiente a disperdere la polvere. Se il midollo di rattan tende a diventare grigio, potete rischiararlo con un po ’di candeggina diluita in acqua. E se il vimini tende a cigolare è perché è molto secco, spruzzatelo con un po’ d’acqua e il rumore sparirà.
Festa dei Cestai
E senz’altro con un pensiero per il povero e sfortunato cestaio Vincent, che nel paesino di Vallabrègue in Francia si celebra ancora oggi la festa del vimini che attira un pubblico molto internazionale. Il romanzo “Mireille”, grazie al quale Frédéric Mistral ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1904 è proprio ambientato in questo paesino e narra la triste storia d’amore fra il povero Vincent e la bellissima e ricca di Mireille. Gli amanti vengono separati dalla famiglia di Mireille che finisce per morire. Auguriamoci che i tempi siano davvero cambiati e che il bel gesto dell’intreccio riceva i riconoscimenti che merita.
(VALLABREGUE fête de la Vannerie 9-10 Aout – 45 Cestai d’Europe et dal Mondo vedi articolo)
UNA SCUOLA ATIPICA…… in Francia, l’Ecole Nationale d’Osiériculture et de Vannerie à FAYL BILLOT
(Scuola per coltivazione e lavoro del Vimini) Fayl Billot – Francia
Ci risponde Josiane MOILLERON, direttrice. Vedi anche la nostra pagina sulla scuola
Ci sono solo due scuole sull’intreccio in Europa, una in Germania e una a Fayl Billo in Francia. Avrete sicuramente molti studenti stranieri? Abbastanza. I nostri corsi sono in francese, bisogna quindi capire almeno un po la lingua. Questo limita i candidati ai nostri corsi. Malgrado questo accogliamo ogni anno centinaia di allievi.
Qual è il profilo tipico dei vostri studenti? Accogliamo in genere degli adulti. La nostra scuola dipende dal ministero dell’agricoltura e non da quello dell’educazione. Per questo in nostri corsi e diplomi non si inseriscono in un percorso scolastico tradizionale. Spesso gli allievi hanno già un esperienza che desiderano approfondire. I professori della nostra scuola sono adatti a questo tipo di studenti perché sono tutti dei professionisti nel loro mestiere.
Quali formazioni proponete? Proponiamo formazioni di vario tipo e durata e privilegiamo l’intreccio del vimini, dalle più diplomanti che durano un anno a corsi di breve durata. I gruppi sono abbastanza piccoli, massimo 8 persone. Talvolta gli artigiani ci chiedono di specializzarsi con un corso individuale su un tipo di intreccio molto specifico e richiesto da un loro cliente.
Avete sofferto della crisi? I professionisti del settore hanno probabilmente sofferto. Per noi è andata abbastanza bene, anche perché alcuni hanno magari rinunciato a vacanze costose per dedicarsi all’attività manuale dell’intreccio e alla vita nella natura a cui questa si accompagna.