“La tipografia è l’uso del tipo per esortare, comunicare, celebrare, educare, elaborare, illuminare e disseminare. Lungo la strada, le parole e le pagine diventano arte” – James Felici, The Complete Manual of Typography
Di Giorgia Pizzato
Nell’era degli algoritmi, dei social e delle stampanti digitali è facile dimenticare a che punto, fino a pochi secoli fa, la parola scritta fosse un lusso accessibile a pochi eletti. Monopolizzato da clero e scienziati il sapere veniva diffuso attraverso il paziente lavoro degli scrivani.
Fu un piccolo orafo tedesco, Johannes Gutenberg, a rivoluzionare il mondo della conoscenza liberando la parola scritta grazie all’uso dei primi caratteri mobili. Un vero prodotto “break-through” che deve il suo primo grande successo alla pubblicazione della Bibbia a 42 linee (Francoforte, 1455)

Le grandi intuizioni di Gutenberg furono tre: la scelta della lega metallica per creare caratteri più resistenti, la pressa per stampa, per la cui invenzione trasse ispirazione dal torchio per l’uva, l’impiego di inchiostri a base oleosa, più duraturi rispetto a quelli ad acqua.
Se la tipografia nasce dal desiderio di riprodurre in serie testi scritti, nel corso della Storia, si è spesso elevata a forma d’arte rara e inestimabile.
Tipografia : da pratica a tecnica artistica !
La tipografia è l’arte di comporre liberamente le parole con l’impiego di caratteri mobili in rilievo. Il tipografo sceglie i carattere, le dimensioni e l’impaginazione, modula le parole caricandole di significato ed emozione trasformando il testo da mero elemento di lettura a opera tutta da vivere.

Elemento fondamentale è il tipo, che funge da timbro. Si parte dal disegno della lettera e la si incide a specchio su un blocchetto d’acciaio, il punzone. Battendo il punzone sul rame si ottiene la matrice, nella quale versare una lega in piombo, stagno e antimonio per ottenere i vari caratteri.
A questo punto si compone il testo, giustapponendo uno ad uno i tipi sul compositoio fino al completamento delle righe di testo e quindi delle pagine. La bozza viene corretta ed eventuali refusi eliminati. Si inchiostra la pagina che viene trasferita sul foglio pressandola al torchio. Il processo è ultimato con il confezionamento del supporto stampato, che può avvenire in forma di libro, giornale, biglietto e molto altro. I primi libri così stampati si definiscono incunaboli, che hanno le sembianze dei manoscritti, specie per la presenza dei capilettera, la suddivisione degli scritti in colonne e l’assenza di frontespizio.
Le tappe storiche della stampa tipografica

La stampa a caratteri mobili si diffuse capillarmente nei paesi europei, con particolare successo nel Nord-Italia: la Venezia del Cinquecento si presentava come il principale centro europeo del libro, nel 1472 la Divina Commedia fu il primo libro stampato in lingua italiana. A partire dal Seicento iniziò anche la distribuzione dei primi giornali in Europa.
La realizzazione di ogni volume richiedeva grande abilità e sforzo fisico, il numero di copie realizzate era perciò ridotto. L’affermarsi e lo sviluppo del mercato dell’editoria spinsero verso il progresso tecnologico risultando in metodi di stampa meccanizzati per grandi tirature. Si affermò in questo contesto un nuovo paradigma: quello della stampa rotativa.
A inizio ‘800 Friedrich Koenig realizzò per il Times di Londra una pressa piano-cilindrica azionata a vapore. Nel ’43 Richard March Hoe introdusse la macchina rotativa composta da cilindri verticali: il movimento continuo aumentò esponenzialmente il numero di copie prodotte ogni ora, anche grazie all’alimentazione a bobina, cioè a foglio continuo, di William Bullock. Evoluzione decisiva della stampa si ebbe infine con Ottmar Mergenthaler che propose macchina Linotype: i tipografi non dovevano più comporre a mano parola per parola, ma usavano una tastiera – proprio come quella dei nostri computer – che rilasciava direttamente i caratteri nel compositoio.
Anche l’immagine si democratizza…

Nel mondo della stampa, l’altro grande pilastro è rappresentato dalla Litografia, una tecnica di stampa che si basa sul fenomeno di repulsione tra acqua e inchiostro, ampiamente utilizzata per la riproduzione di immagini. Introdotta da Alois Senefelder, la litografia utilizza una matrice in pietra calcarea su cui disegnare specularmente con una matita grassa. Le componenti in matita trattengono l’inchiostro mentre le parti nude e umide della pietra lo respingono, quindi passata al torchio, la matrice trasferirà solo le prime. Sullo stesso principio si basa l’odierna stampa offset, che utilizza delle lastre tipografiche in rame idrofile in cui i grafismi sono trattati per accettare l’inchiostro.
La stampa calcografica
Se la tipografia è una stampa in rilievo, suo opposto e complemento è la stampa calcografica ad incavo, in cui si incide l’opera su una lastra in rame o zinco utilizzando una “punta” d’acciaio. La matrice viene cosparsa d’inchiostro e ripulita, affinché solo le parti incise contengano il liquido, e infine pressata con il torchio calcografico.
Grafica e tipografia: due facce della stessa medaglia
Parallelamente allo sviluppo delle tecniche di stampa si creò un forte interesse attorno all’aspetto grafico dei testi che sfociò in un fiorente mercato delle matrici.
Matematici e artisti iniziarono a studiare e progettare il disegno delle lettere, le proporzioni e le distanze creando nuovi e diversi font, ovvero serie complete di caratteri dello stesso tipo, distinti per stile grafico e corpo.
La produzione artistica di font ha rappresentato e rappresenta tuttora una componente fondamentale per tutto ciò che riguarda il mondo della comunicazione.
Tipografia come sinonimo di dialogo: tutti gli stili tipografici infatti sono ideati per trasmettere un messaggio specifico; così come il tono della nostra voce nel pronunciare una frase le attribuisce un certo significato, allo stesso modo la grafica dei caratteri determina un’inflazione visiva. Un carattere può essere …

… può assumere insomma migliaia di sfumature diverse e fra loro opposte: l’aspetto dei caratteri non è mai banale, non è frutto di una scelta superficiale, ha invece la capacità di persuadere ed evocare, di aiutarci a compiere delle scelte, consapevolmente o in maniera inconscia.
Quella della tipografia è un’arte e un mestiere che è importante coltivare e trasmettere in quanto permette l’incontro tra artigianato tradizionale e creatività moderna e fonde la dimensione del lavoro manuale con quella emozionale. Un’arte, come direbbe Winckelmann, dalla nobile semplicità e quieta grandezza.
I MAESTRI TIPOGRAFI SU MAD’IN EUROPE

Giovanni Ottaviani (Tipografia Grifani-Donati, Italia), che definisce la sua tipografia come “casa e bottega”, è un tipografo, litografo e calcografo che rappresenta la settima generazione di stampatori e porta avanti l’attività e tradizione famigliare, iniziata ne 1799. Nel suo laboratorio ogni fase della produzione è manuale, dal taglio della carta fino alla stampa, per la quale si serve delle Grandi della tradizione: una pressa litografica “Bollito&Torchio” del 1840, un torchio tipografico “Elia dell’Orto” del 1864, una pedalina 35 × 50 Victoria Original Tiegeldruk del 1903, una pressa calcografica Paolini degli anni ’60, una pressa piano-cilindrica Werkaugsburg del 1910. Giovanni ama condividere e trasmettere la storia e tecnica che sono intrise nelle pareti della sua bottega, per questo offre una serie di visite guidate nella sua antica Tipografia.

Per Elisa Tallone (Alberto Tallone Editore, Italia) stampatrice e rilegatrice professionista, l’obiettivo principale è quello di offrire ai suoi clienti la migliore esperienza di lettura possibile. Nell’editoria Tallone sopravvivono e vengono trasmessi con grande maestria i caratteri di Bellezza, Armonia e Leggibilità della tradizione editoriale grazie ad un know-how quasi centenario ed un’impressionante collezione di caratteri tipografici originari del XVII fino al XX secolo. Nel laboratorio si utilizzano i materiali più pregiati, quali carta di puro cotone, fogli in fibra vegetale giapponesi e cinesi, antichi fogli artigianali e ovviamente… inchiostro!

Anche il grafico Nicolas Regamey (Atelier Typo e la Cité, Svizzera) non ha saputo resistere all’arte della tipografia e dal 2005 si dedica interamente ad essa nel suo Atelier. Qui combina le tecniche più tradizionali della composizione tipografica alle più recenti evoluzioni, tra cui la stampa a caldo (attraverso pressione e calore si trasferisce sul foglio un film metallizzato o pigmentato), la stampa a rilievo (impressione di immagini incolore su un foglio pressandolo tra cliché e contromatrice), il termorilievo (consiste nel cospargere dei motivi stampati ancora umidi con della polvere termoplastica che fusa e lasciata raffreddare crea una superficie in rilievo trasparente, metallizzata o fluorescente).
Raymond Meyer (Atelier de gravure Raymond Meyer, Svizzera) è un esperto calcografo, da oltre quarant’anni impegnato nella coltivazione e trasmissione della tecnica calcografica e di altre tecniche di stampa. Il Maestro apre un primo atelier nel 1973 ma nel 2004 vista la grande richiesta da parte di giovani artigiani decide di aprirne un secondo. Da allora oltre 180 artisti hanno varcato la soglia dei laboratori di Pully e di Lutry, e con ognuno di essi, a detta di Meyer, il lavoro prende una piega differente ed è un piacere per lui adattarsi alla loro natura e mettersi al servizio della loro immaginazione e creatività.
TALLONE EDITORE TIPOGRFIA GRIFANI CALCOGRAFINA – TIPOGRAFIA GRIFANI